A Crowded Place


 

 Lo haibun è un genere letterario che comparso in Giappone nel 1690  unisce prosa e poesia.

Nato come sccrittura di viaggio, lo haibun è un genere in continua evoluzione.  L'argomento di un haibun può variare ampiamente, e tuttavia  le sezioni in prosa di uno haiibun descrivono, nel modo più rapido e semplice possibile, comunemente una scena che si svolge, una fetta di vita, uno schizzo del personaggio o un momento speciale.

La poesia di accompagnamento (uno haiku o un senryu) di appare di solito alla fine della composizione di haibun, sebbene in alcuni casi possa apparire nel mezzo o all'inizio. Lo haiku o il senryu  intendono dialogare con la sezione di prosa, fungendo da accompagnamento tematico, giustapposizione, nota di grazia, sorprendente contrapposizione,  riflesso di uno dei temi in prosa o un dettaglio complementare.

Haibun : La bottega di quartiere

Capivo subito quando a mia madre mancava qualcosa in casa perché lanciava in giro occhiate inquiete. A mio padre i nervi gli venivano facilmente per questo lei temeva di non riuscire a gestirlo a pancia vuota. Peccato che toccava a me fare “un salto nella bottega dietro l'angolo” distante da casa “ti basterà meno di un minuto” . Succedeva sempre così anche d’inverno quando fuori faceva molto freddo e s’addensava la foschia della sera.

Il negozio era aperto tutti i giorni con l’eccezione della domenica. Vendeva le cose più disparate per soddisfare le esigenze della gente del quartiere inclusi anelli, candele, scope, detersivi, giocattoli, gingilli colorati e luccicanti e perfino la cartoleria. In ogni punto libero, le pareti erano occupate dagli scaffali su cui venivano riposte le merci. Ai loro piedi sacchi di juta contenevano legumi, riso, farina e biscotti. C’era anche il banco dei salumi illuminato da meno luce di quanta ne sarebbe stata necessaria.

Il proprietario era un uomo grassoccio che faceva buoni affari. Aveva un taccuino dove registrava gli incassi e un altro dove segnava i debiti della clientela abituale, sicuro che nessuno lo potesse imbrogliare, perché a lui, sorvegliante severo, “non sfuggiva niente”. Sua moglie aveva la pelle chiara e lunghi capelli bianchi raccolti dietro la nuca in una stretta crocchia. Vivevano in una stanza più piccola dietro la bottega. Una tenda a fiori azzurri separava la camera da letto dall'esigua cucina in cui una lampadina nuda pendeva dal soffitto gettando una luce fioca sulle pareti. Alle otto di sera bastava bussare alla porta di ferro della stanza di dietro per assicurarsi gli acquisti dopo la chiusura.

Questo improvvisamente mi riporta alla memoria il giorno in cui passo davanti alla saracinesca abbassata. Le nuvole coprono la città e non lasciano filtrare la luce del sole. Sento lo stomaco stringersi e penso che sia l'odore dei sacchi di juta, il sapore dei bracciali di caramelle di zucchero colorate, la brillantezza delle biglie di vetro, il ricordo delle moine, dei vezzi e mercanteggiamenti delle clienti. Resto piantata lì per un po’ di tempo prima di rendermi conto del freddo aspro, delle mani ghiacciate e degli occhi che mi lacrimano.

Quasi Natale

Traballano in bocca

uno...tre denti


 

A Crowded Place

Antonietta Losito

I understood immediately if my mother was missing something in the house, because she threw out restless glances. My father used to get angry very easily, and she knew what he could be like when he was hungry. Too bad, it was up to me to do "a jump in the shop around the corner", even if it was a little bit away from home, "it will take less than a minute”.

This always happened in winter when it was very cold outside, and the evening mist was thickening. The shop was open every day except Sunday, selling all kinds of things for the people in the neighborhood: rings, candles, brooms, detergents, toys, colorful and shiny trinkets, and even stationery stocked its shelves. On the floor, there were jute bags of vegetables, rice, flour and biscuits. There was also the charcuterie illuminated by less light than it would have been necessary.

The owner was a plump man who did good business. A hard taskmaster, he had one notebook in which he recorded the proceeds and another notebook in which he marked the debts of the regular costumer, making sure that no one could cheat him. He didn’t miss anything. His wife had fair skin and long white hair gathered behind her head in a tight bun. They lived in a smaller room behind the shop. A blue-flowered curtain separated the bedroom from the small kitchen where a bare light bulb hung from the ceiling casting a dim light on the walls. At eight o'clock in the evening they closed the shop. However, a knock on the iron back door secured purchases for late customers after closing.

This suddenly brings to mind the day when I stood in front of the closed shutter. The clouds covered the city. They didn't let the sunlight filter through. I felt my stomach tighten up: the smell of jute bags, the taste of colored sugar candy bracelets, the brilliance of glass marbles, the memory of the cravings and haggling of the customers. I stayed there for a while before realizing the harsh cold, icy hands and tears in my eyes.

Short day -

one ... two teeth chatter

in the mouth

Published in World Haiku Review, 10th Anniversary Issue, March 2018

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